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Psicoterapia

Psicoterapia

La Psicoterapia è la pratica clinica volta a “prendersi cura” della persona attraverso trattamenti specifici e validati. Essa presuppone che la persona desideri modificare la propria condizione di malessere.

Seguiamo due approcci:

L’Approccio Cognitivo Comportamentale in Psicoterapia nasce intorno agli anni ‘60 e si sviluppa dalla filosofia Positivista in auge tra la fine dell’800 ed i primi anni ‘40 del ‘900 e si basa sulla conoscenza empirica. Metodi e protocolli di intervento sono stati teorizzati e poi validati attraverso la ricerca scientifica. Negli anni successivi la ricerca si è estesa al  territorio, scuole, ospedali ecc.  La validazione delle procedure avviene SUL CAMPO, cioè OSSERVANDO le dinamiche del soggetto dentro il proprio ambiente come  coppia, famiglia, territorio. Questo metodo ha permesso una VISIONE MULTIFATTORIALE del TRAUMA non come risultato di un unico fattore.  Rimane il rigore scientifico alla base del metodo.

Questo approccio pertanto si focalizza sul presente e sul Problem  Solving aiutando la persona a percorrere nuove soluzioni che sbloccano il circolo vizioso in cui  si trova. Le emozioni di paura, ansia, rabbia, dolore spesso non permettono il fronteggiamento di un problema o disagio, pertanto il terapeuta ha la funzione di fornire strumenti in modo guidato. In questo modo la persona si apre a nuove prospettive grazie alla motivazione e alla fiducia in se stesso. Per questo motivo l’Approccio Cognitivo-Comportamentale è una psicoterapia a percorso breve. La frequenza può essere settimanale o quindicinale.  La terapia può essere condotta totalmente o parzialmente ON Line anche all’Estero. Essa prevede l’uso di mansioni (istruzioni mirate) che verranno svolte tra un incontro e il successivo. 

Ognuno di noi attraverso le proprie percezioni, i propri significati “costruisce” la realtà e ad essa ci rapportiamo in un continuo “come se”.

Quando ci troviamo in una situazione problematica mettiamo in atto delle tentate soluzioni, ma può capitare che queste invece di essere risolutive diventano causa del nostro essere sempre più incastrati nel problema.

Nel rispetto di questa osservazione la Terapia Breve Strategica applica una modalità  di intervento breve e focalizzato verso l’estinzione dei sintomi e verso il cambiamento della percezione che il soggetto ha di sé, degli altri e del mondo. Quindi viene modificata la sua risposta agli eventi problematici che si trova dinanzi. Il lavoro in terapia si propone l’obiettivo di trovare la chiave adatta per aprire la prigione in cui il paziente sente di essere chiuso.

Inquadriamo la storia di questo straordinario approccio. Possiamo datare la sua nascita con Milton Erikson, moderno ipnotista e sensibile psichiatra, nella prima metà del secolo scorso. I suoi studi trovarono una naturale prosecuzione in Gregory Bateson che introdusse il Modello Epistemologico Costruttivista nell’ambito della psicoterapia. Secondo cui ogni realtà percepita non è altro che un punto di vista soggettivo, auto-costruito. I nomi più noti collegati all’approccio strategico sono senza dubbio Paul Watzlawick, John Weakland, Jay Haley e Giorgio Nardone in Italia

La terapia è un processo fatto di step in cui un succedersi di manovre ad incastro danno consapevolezza e rendono la persona artefice del trattamento e del conseguente cambiamento. L’obiettivo delle manovre e di fornire all’ndividuo la capacità di adattare strumenti idonei al raggiungimento di un dato obiettivo evitando di dover rimanere intrappolato in modalità rigide e quindi potenzialmente patogene.

Per dirlo in un linguaggio strategico: la terapia è un passaggio da un “autoinganno disfunzionale” ad un “autoinganno funzionale”.

E’ bene ricordare inoltre che uno dei principi basilari di questo approccio, individuato gia da Milton Erikson,  sancisce che la terapia deve adattarsi al paziente e non essere il paziente a doversi adattare ad essa. Mentre per quel che concerne gli obiettivi da raggiungere, essi vengono sempre concordati tra terapeuta e paziente con i dovuti step. Così che il paziente possa essere il soggetto attivo della terapia.